Re di Romania. Secondogenito del principe Carlo Antonio e
della principessa Giuseppina, figlia adottiva di Napoleone I, nel 1859
entrò nell'esercito prussiano. Alla detronizzazione del principe romeno
Alessandro Giovanni I Cuza (1866), Ion Bratianu, che dirigeva in quel momento la
politica dei principati danubiani, si rivolse a
C., principe ereditario
di Romania. La Turchia, la Russia e l'Austria si mostrarono contrarie a questa
candidatura. Con l'intervento del principe di Bismarck, che consigliò di
riconoscere il fatto compiuto,
C. riuscì a entrare solennemente a
Bucarest. Il 12 giugno 1866 promulgò una nuova Costituzione e
giurò di rispettarla. I primi due anni del Regno di
C. non furono
facili per le opposizioni di alcuni principati nazionali, per le lotte tra i
nobili e l'ostruzionismo della borghesia. Altre gravi questioni interne ed
esterne come quella degli Israeliti e quella danubiana, il deficit del bilancio
nazionale e i problemi della Russia dopo la guerra franco-prussiana, spinsero il
principe molto vicino all'abdicazione. L'energia di alcuni uomini politici come
Catargiu e Bratianu impedì che ciò avvenisse. Consigliato da
quest'ultimo,
C. partecipò alla guerra russo-turca del 1877.
Entrato in Bulgaria quale alleato dei Russi, ebbe il comando delle truppe
russo-romene. Malgrado l'eroismo delle truppe romene a Plevna e a Calafat,
C. dovette cedere alla Russia la ricca Bessarabia, in cambio della povera
Dobrugia, confermatagli dal Congresso di Berlino. Nel 1881, il principe
C. si proclamò re di Romania, riconosciuto da tutte le grandi
potenze. In politica estera, specialmente dopo il deludente comportamento della
Russia,
C. fu un seguace convinto e fedele della Germania e della
Triplice Alleanza; perciò, si trovò più volte in conflitto
con la crescente francofilia del Partito liberale. Fautore delle potenze
centrali,
C. non poté convincere la maggioranza degli uomini
politici romeni, favorevoli invece all'"Intesa", a entrare in guerra a fianco
degli Austro-ungarici nel 1914: la Romania, anche per merito dell'abile
Bratianu, si dichiarò neutrale. Nel mezzo di queste incertezze politiche
e profondamente amareggiato,
C. morì improvvisamente. Regnò
in tutto 48 anni ed ebbe il merito di frenare le lotte tra partiti, di superare
terribili crisi, come quella commerciale del 1899 e l'insurrezione agraria del
1907, consolidando le basi del nuovo Stato. Non avendo eredi, designò al
trono il nipote, Ferdinando di Hohenzollern (Sigmaringen 1839 - Sinaia
1914).